L’influencer marketing nel settore B2B è la scelta vincente

All’interno di una strategia di marketing ben congegnata, l'influencer marketing nel settore B2B può diventare una leva importante"
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All’interno di una strategia di marketing ben congegnata, l’influencer marketing nel settore B2B può diventare una leva importante”

Oggi per le aziende è diventato inevitabile pianificare strategie di influencer marketing per vendere i propri prodotti o servizi e raggiungere efficacemente il pubblico dei consumatori. Ormai è risaputo che si tratti di mercato con un enorme tasso di crescita: basti pensare che nell’ultimo anno ha raggiunto un valore pari a 13,8 miliardi di dollari, che si stima possa salire a 16,4 miliardi nei prossimi mesi. Ma se la collaborazione con gli influencer è una strategia
già consolidata per i brand B2C, può questa leva strategica avere un impatto anche nella comunicazione business-to-business? “L’universo dei creator digitali è molto più ampio e diversificato di come siamo abituati a immaginarlo”, spiega Fabio Betti, Ceo & Managing Director di 2MuchTV.

“Come nel mondo offline, anche in quello online essere influenti significa aver guadagnato credibilità e un seguito di utenti fedeli, nonché essere stati in grado di costruire nel tempo una buona reputazione.
In sostanza, essere influencer significa aver guadagnato per merito il titolo di esperto in uno specifico settore, dando autorevolezza alla collaborazione con effetti positivi anche sul brand. Ecco perché all’interno di una strategia di marketing ben congegnata, l’influencer marketing nel settore B2B può diventare una leva importante”.

Quali sono i vantaggi dell’influencer marketing nel settore B2B

Il mondo influencer è un’efficace forma di passaparola. Tra le aziende il passaparola resta ancora uno strumento potente per scegliere fornitori e collaboratori, e il linguaggio dell’influencer, che in un certo senso è un’altra forma di passaparola tra persone che si pongono sullo stesso livello, si inserisce perfettamente in una strategia di marketing per questo settore. Di conseguenza, aumenta la possibilità per il brand di farsi conoscere e di entrare in contatto con nuove aziende. Aiuta a spingere le vendite. Sebbene il prodotto o servizio B2B siano più difficili da raccontare rispetto
a quelli del settore B2C – considerando che il target è più “critico” rispetto al consumatore finale – anche nel B2B per farsi un’idea di una marca o un prodotto ci si fida sempre di più del parere di qualcuno esperto del settore, in grado di fornire informazioni più dettagliate su come integrare in azienda un certo prodotto o servizio. L’influencer può migliorare la reputazione online. Si tratta di persone che negli anni hanno costruito una community stabile e che si
sono guadagnati fiducia e credibilità. Facendosi promotori di un’azienda e dei suoi valori, saranno in grado di influire positivamente sulla reputazione, sul prestigio e sull’immagine dell’azienda stessa.

Occorre qualità prima della quantità. Un influencer B2B non ha bisogno di un vasto pubblico, ma deve essere ben connesso al tema di interesse. È improbabile che abbia milioni di follower su Instagram o TikTok. È molto più probabile, invece, trovare influencer con profili LinkedIn e Twitter, spesso abbinati a un blog personale. Pertinenza del pubblico dell’influencer col target aziendale. Spesso un influencer B2B ha già una community consolidata. È quindi importante scegliere con saggezza chi raggruppa il pubblico che interessa di più. Occorre fare attenzione alla comunicazione dell’influencer. I suoi messaggi devono essere allineati in ogni aspetto con l’azienda: obiettivi, valori, segmento di mercato. In caso contrario, la credibilità del marchio potrebbe risentirne e perdere credibilità.

Serve poi competenza in materia. Nel B2B, l’influencer deve essere un profondo conoscitore del tema che sta trattando. Molto usati sono giornalisti specializzati, ricercatori e addetti ai lavori conosciuti nel settore, o dipendenti interni e partner commerciali dell’azienda. Infine, sono necessari canali di comunicazione in target. Mentre TikTok o Instagram sono buoni spazi per il B2C, LinkedIn, Facebook, Twitter e YouTube sono contenitori digitali in cui molte aziende B2B vendono già prodotti o servizi tramite influencer. Soprattutto su LinkedIn, iniziano ad affermarsi veri e propri ambassador e opinion leader portavoci della propria industry di riferimento.

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